Quando pensiamo al color malva, subito ci viene in mente la pianta e i suoi bei fiori colorati tra il viola e il blu. Ma dovremmo far caso anche al verde intenso delle sue foglie che ha ispirato il nome di un minerale usato come pigmento verde: la malachite (dal greco μαλαχή, malāchē, malva).
La malachite: produzione e utilizzo del pigmento verde
La malachite si forma in natura come prodotto di alterazione del rame, in particolare si tratta di un carbonato basico di rame con formula chimica CuCO3∙Cu(OH)2, ed è spesso associato all’azzurrite, minerale blu con formula chimica 2CuCO3∙Cu(OH)2. Tra i maggiori giacimenti di malachite ci sono quelli dei Monti Urali, in Russia, dove il minerale è stato usato per impreziosire il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo, e quelli africani, usati fin dai tempi più remoti.
Nel 4000 – 3000 a. C. circa
In Egitto, nel periodo predinastico (ca. 4000 a.C. – 3000 a. C.), la polvere di malachite era usata come ombretto, inoltre, nelle tombe della IV Dinastia che risalgono a circa 4500 anni fa, è stato individuato il pigmento verde.
Nel Rinascimento
In passato, il verde malachite era conosciuto anche come verde montagna, verdetto della Magna, verde minerale o verde ungherese. Vannoccio Biringuccio, un artigiano italiano nella metallurgia del XV secolo, ne parla probabilmente con il nome di “verde azzurro” dicendo che rappresenta il colore più bello e apprezzato dai pittori del tempo.
Dopo aver selezionato il minerale, era necessario frantumarlo, lavarlo e macinarlo, ottenendo un colore chiaro o scuro a seconda che la polvere fosse fine o grossolana. Cennino Cennini, nel suo trattato “Il libro dell’arte” del XIV-XV secolo, scrive a proposito del suo utilizzo
Questo cholore è buono in seccho, con tempera di rossume d’uovo, da fare arbori e verdure […]. Questo colore per se medesimo è grossetto e par chome sabbiolino. Per amor dell’azurro trialo pocho pocho, cholla man leggiera, però che sse troppo il macinasse, verrebbe in colore stinto […]
Un esempio nell’arte
Troviamo un’applicazione del verde malachite nel dipinto olio su tela “Madonna Sistina” di Raffaello del 1512 circa e custodito nella Gemäldegalerie Alte Meister (Pinacoteca degli alti maestri) di Desdra. Nell’opera, il verde del drappo nella parte alta del dipinto è composto da biacca, nero carbone, orpimento e verde malachite.
Curiosità scientifiche sulla malachite
Nel 1794, il chimico francese Joseph Louis Proust è riuscito a separare la malachite nei suoi costituenti, ossia rame, carbonio e ossigeno e, con questo esperimento, ha elaborato una delle leggi alla base della chimica: la legge delle proporzioni definite. Secondo tale principio, ogni campione dello stesso composto è formato dai medesimi elementi sempre in ugual proporzione quindi, per esempio, la malachite ha la stessa composizione a prescindere dalla provenienza o dall’aspetto.
Ogni volta che ci capita di osservare gli oggetti decorati con la malachite o di usarla e ammirarla come pigmento, siamo davanti a un minerale noto fin dall’antichità che ci accompagna, non solo lungo il percorso dell’arte, ma anche in quello della scienza.
Concetta Lapomarda